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MODA SOSTENIBILE: GREEN SIGNIFICA ETICO

Anche se i professionisti del settore e i consumatori non ci pensano mai, l'industria dell'abbigliamento e della moda è tra le più inquinanti al mondo. Solo di recente si è spostata l'attenzione su uno sforzo per far passare i consumatori dal consumo eccessivo agli acquisti sostenibili. Nonostante il settore venga criticato per la sua vanità e per la forte attenzione ai risultati finanziari, al momento è in atto uno sforzo consapevole da parte di questa industria per passare all'adozione di pratiche green.

1. Come l'industria dell'abbigliamento inquina l'ambiente

La realizzazione di capi di abbigliamento è una procedura piuttosto complessa e inizia con l'approvvigionamento di materie prime destinate a diventare tessuti. Esistono due principali categorie di filati prodotti per i tessili:

  • Fibre naturali come il cotone e la lana
  • Fibre sintetiche come il nylon e il poliestere

Tessuti naturali

I tessuti naturali o i tessuti che derivano da fibre naturali sono, a ragione, considerati più green o sostenibili. Tuttavia, produrli richiede la coltivazione di campi e l'allevamento di greggi di animali. La coltivazione del cotone è forse la più importante fra tutte quelle di fibre naturali. Una pratica simile è ad esempio il flex, che produce filati di lino e di canapa. La lana invece è il filato più diffuso per la realizzazione di capi di abbigliamento di alta gamma e intere regioni come la Nuova Zelanda e il Kashmir in India hanno basato la loro economia sulla produzione di lana derivante da razze ovine come i merinos e le capre del Kashmir.

Impronta ambientale: i tessuti naturali, in genere, sono sostenibili. Ma quando pensiamo a problemi come lo sfruttamento eccessivo dei terreni o l'uso illimitato di pesticidi e di fertilizzanti, l'impatto ambientale delle fibre naturali diventa più negativo. Se pensiamo poi ai metodi di tintura utilizzati, si tratta di un procedimento che produce rifiuti chimici inquinanti per le zone freatiche e per le risorse naturali come fiumi e campi. La lana biologica e il cotone biologico sono le soluzioni sostenibili al 100% e i tessuti prodotti da fibre organiche sono solitamente certificati GOTS (Global Organic Textile Standard) e molto spesso seguono una procedura di produzione con uso limitato di acqua che può arrivare fino all'80% di riduzione.

Tessuti sintetici

Le fibre sintetiche di solito derivano da procedure petrolchimiche di cui ssono prodotti secondari, ma possono includere anche derivati ​​vegetali e minerali. Queste fibre includono la viscosa, il nylon e il poliestere - quest'ultimo ampiamente utilizzato nell'industria dell'abbigliamento come filato primario - e hanno la capacità di imitare i filati naturali a un costo molto inferiore.

Impronta ambientale: i tessuti sintetici realizzati con filati sintetici non sono ecologici e in genere sono considerati non sostenibili. Questo perché la loro produzione richiede l'estrazione di combustibili fossili, il che rende l'industria dell'abbigliamento la seconda industria più inquinante dopo quella dell'estrazione del petrolio. Ovviamente, l'elenco dei danni è lungo considerando che i tessuti di derivazione chimica sono inadatti alla pelle e che il lavaggio in lavatrice rilascia rifiuti tossici e microfibre che inquinano l'acqua. Inoltre, la produzione di materiali sintetici rappresenta una quota importante delle emissioni di metano e del rilascio di tossine sulla terra. Quest'ultima avviene a causa dell'accumulo di un elevato numero di capi invenduti ogni anno.

Semi sintetico e cellulosa

Come si può intuire, queste fibre sono il risultato del misto di filati naturali con quelli sintetici (Poli cotone/Poli lanal) o soggetti ad estrazione vegetale come l'eucalipto (Lyocell / Tencel). Questa è una pratica comune ultimamente nel tentativo di mantenere i tratti di lusso dei tessuti fornendo le caratteristiche di prestazione richieste da molti stili di vita in cambiamento e fornire alternative sostenibili alla moda. Tessuti come poli cotone, poli lana che sono la miscela di fibre naturali come cotone e lana con poliestere.

Impronta ambientale: questi tessuti sono in genere considerati green. La percentuale di materiale sintetico proviene solitamente da materiali riciclati come bottiglie di plastica nel caso del poliestere riciclato e reti da pesca per il caso del nylon riciclato, mentre i tessuti di cellulosa derivano dalla parte riciclabile di piante e solitamente fabbricati secondo principi sostenibili (acqua, metoi di tintura ecc.)

Sostenibilità e consumo

Fenomeno che ha fatto la sua comparsa negli anni '90 ed ha raggiunto il suo culmine negli ultimi dieci anni, il cosiddetto fast fashion ha sicuramente avuto un impatto sugli eccessi di rifiuti tessili. Negli ultimi tre decenni, i vestiti sono diventati una merce e improvvisamente una serie di prodotti sono diventati disponibili per i consumatori a prezzi ridicolmente bassi e in versioni infinite.

La globalizzazione ha contribuito alla crescita del fast fashion con la riduzione di alcuni dazi e una sempre più facile esternalizzazione delle attività manifatturiere. All'improvviso, intere generazioni di giovani sono diventate dipendenti dagli acquisti quotidiani di capi di abbigliamento che poi venivano buttati via dopo poco. Aggiungete all'equazione il fattore della popolazione terrestre in eccessivo aumento e all'improvviso otterrete un risultato esplosivo. Solo pochi anni fa era difficile spiegare ai consumatori perché alcuni capi di abbigliamento costano di più, e soprattutto farne comprendere i tratti di qualità e gli standard di sostenibilità applicati durante la loro fabbricazione.

Solo di recente si è risvegliato un chiaro interesse per un futuro green, inizialmente da parte di poche persone del settore, e poi da parte dei consumatori, al fine di cercare nuove pratiche per sostenere la moda e l'industria dell'abbigliamento. È diventato chiaro che la produzione di abbigliamento non dovrebbe più essere collegata a condizioni di sfruttamento del lavoro e d'inquinamento da rifiuti tossici. I giovani mostrano un coinvolgimento sempre maggiore sulla moda green e cercano marchi con approcci aziendali etici da sostenere. Ciò ha spinto i grandi protagonisti del settore del fast fashion come Inditex e H&M a rivedere le loro catene di approvvigionamento e ad adattarsi a questa nuova era.

Si spera che questo non si riduca ad una strategia di marketing e che la sostenibilità non finisca per essere affrontata come una tendenza tra le altre, ma che ci sia un autentico interesse per le pratiche green sostenibili nell'industria dell'abbigliamento. I consumatori decideranno se questa tendenza sarà praticabile in base alla loro disponibilità a pagare prezzi inevitabilmente più alti per gli stessi prodotti. Acquistare di meno e meglio è essenziale.

Un modello di vita per il futuro

Ciò che ora diventa più critico che mai è un cambiamento di stile di vita per le società. È urgente che le persone e le imprese tornano ad abbracciare la qualità e ad adottare pratiche sostenibili per sostenere le comunità e il benessere umano. Lavorare nel settore dell'abbigliamento dovrebbe garantire a tutti condizioni di vita umana e dignità. Indossare un indumento di abbigliamento non dovrebbe essere un pericolo per la salute o un fattore di inquinamento.

Il benessere creato nelle società ritorna come forma di investimento. Acquistare di meno e meglio è la chiave verso un futuro sostenibile per le nostre vite.